giovedì 29 settembre 2016

Il rifugio del invidia

Cari amici,
è passato un anno dal mio ultimo post su queste pagine, e questo perché c'era poco da raccontare e le le giornate si sono susseguite in modo tranquille, fino oggi.
Infatti in questi giorni ci risiamo con la solita paura di dovermi difendere il mio rifugio. In questo caso a differenza di prima, che c'era il comune che mi stressava perché avevo il mio posto di ristoro su suolo pubblico, adesso che vivo in un posto non pubblico e il comune non ha giurisdizione, si fanno avanti i cosiddetti "invidiosi", che si chiedono: perché lui si e io no?
Allora, voglio solo dire che qui a Roma posti abbandonati e diroccati a cui nessuno da interesse ce ne sono, il problema è che dal momento che si inizia a sistemarlo e renderlo vivibile, inizia a fare gola a  quelli che vivono di prepotenza.
La tattica è sempre la stessa, prima con serenità e tranquillità ti dicono: "Mi fai stare con te per un po di tempo, massimo 2 settimane, il tempo di trovare un posto coperto?". Scaduto il tempo arriva il : "non ho trovato niente, ma sto ancora a vedere abbi pazienza."
Nel frattempo le sue cose, vestiti, piccoli mobili e tutte le oggetti personali sono depositati in "casa tua".
A questo punto già si sta fuori dalla propria casa per metà, perché a partire da qui o si ha a che fare con una persona amica e ti rende partecipe delle difficoltà che trova nel risolvere e entro i prossimi giorni se ne va  oppure il suo intento è proprio di fare in modo di litigare e magari arrivare alle mani per farti fuori con la prepotenza e appropriarsi del tuo posto, del tempo e lavoro che hai investito per farlo bello. Ecco sapendo questo perché l'ho vissuto, come mi potrei comportare ora a una richiesta di ospitare per i mesi invernali le persone che lo passano all'aperto dormendo sui cartoni?
Perfetto ed io ho detto NO.
Ma questo mi espone a rischi, perché non tutti sono capaci di accettare un no.
Ora sono qui e mi sto piegando sul mal di pancia che queste storie mi procurano. Ho 50 anni e 20 di senzatetto è un paio di anni che ho trovato la mia tranquillità e iniziato dare un senso alla mia esistenza e ti succedono ste storie...mi sono stancato.

domenica 29 novembre 2015

La mia nuova situazione

Mi sono deciso dopo moltissimo tempo di dedicarmi al mio blog,che sto trascurando,anche perché i mezzi che ho a disposizione per stare in rete sono precarie,come tutto del resto per come ci si trova senza casa.Allora...,è passato già un anno ormai da quando ho cambiato posto,dal mio affezionato albero di fico che mi ha ospitato per un decennio,mi sono trasferito in un luogo abbandonato li vicino.Quest'ubicazione è molto più sicura,avendo delle mura di cinta.La mia cagnolina mi ha lasciato il 23 ottobre dopo avermi fatto compagnia per ben 15 anni e condivido con un altra persona questo areale.Ho investito molta energia per sistemare alla meglio la condizione del sito,che era praticamente una discarica a cielo aperto.Ora ho raggiunto una situazione abbastanza stabile e non devo più avere paura del intervento del comune che puntualmente veniva a sgomberare gettandomi via tutti i miei averi,ho la possibilità di iniziare a normalizzare un po la mia situazione e ho un punto di riferimento da cui partire e ricostruirmi una condizione di normalità.Il problema più grande che ho sono i soldi,perché ora essendo in un luogo chiuso le persone che prima mi venivano a trovare e mi aiutavano con la spesa e piccole offerte sono venute a mancare,e anche perché non ricevo da nessuna parte un sostegno,per questo capita che ci sono giorni in cui devo rinunciare alle sigarette e spesso anche al pasto,comunque non mi lamento,qui mi piace molto,e quando avrò il mio nuovo cane la mia felicità ricompenserà le giornate negative.Spero di rimediare un computer fisso (non più un portatile) il più presto possibile per poter essere presente online come vorrei.Bene per ora un saluto affettuoso a chi mi segue,con la speranza che finalmente le cose potranno andare meglio.

mercoledì 3 giugno 2015

Articolo su Futura Memoria

Salve oggi voglio presentarvi un articolo scritto su una rivista on line "Futura Memoria"
Roberto, il clochard-blogger che non si arrende
Seguendo il ragionamento del blogger romano, un primo grande passo per aiutare i clochard sarebbe quello di rendere agibili e pronti all’uso i tanti, troppi, edifici pubblici e privati che versano in stato di abbandono nella nostra penisola. Possibili case ed abitazioni che invece, troppo spesso, vengono abbandonati e lasciati marcire per colpa di Enti Pubblici e Società Immobiliari che curano, tristemente, solo i propri interessi.

venerdì 9 gennaio 2015

Cosa si può fare per migliorare la situazione mia da senzatetto?

Giudizio personale e soluzioni possibili alla piaga sociale di senzatetto clochard

Nel corso degli anni passati come senzatetto  in Italia e in particolare a Roma,mi sono potuto fare un quadro abbastanza concreto di come si vive senza dimora.Il problema maggiore che ho riscontrato al di la del'assistenza(praticamente inesistente)e offerta di inclusione da parte degli aiuti pubblici,e stato sicuramente trovare una base da cui partire,che in concreto vuol dire un rifugio.Un rifugio dove poter sistemare materialmente e mentalmente quel che rimane della propria esistenza.Ho provato in vari modi occupando monumenti(evitando di togliere appartamenti a chi ne ha diritto)oppure posti un po appartati ma con la possibilità di reperire acqua e alimenti.Il rischio maggiore che si corre e che può essere anche mortale è sicuramente il freddo abbinato al'assunzione di alcool(che rende insensibile al gelo),poi anche l'essere soggetti al'umore della gente che in alcune circostanze diventa violenza,e la paura delle forze del'ordine perché si ha sempre la sensazione di essere un delinquente,per cui non ci si può fidare e neanche chiedere aiuto.Bene alla luce di questo proporrei di fare in modo di dare a tutti la possibilità di una base e/o rifugio,che porta con se una riqualificazione di una dignità di se stesso ormai svanita.Ci sono secondo la mia esperienza diverse possibilità da considerare,la prima riguarda gli edifici abbandonati,un altra è dare o costruire un rifugio a chi da anni vive in un posto imboscato e infine da come ho potuto esperimentare a Zurigo, di Bus allestiti a dormitorio(Pfuusbus).Al di la del rifugio viene l'approvvigionamento e in fine la salute.Per l'approvvigionamento ci sono le mense,i secchioni dei supermercati,mercati e ristoranti.Qui l'aggiornamento tecnologico può dare una mano facendo rientrare i senzatetto in un progetto di Foodsharing(condivisione di cibo),che a livello esperimentale sto provando.Se si riuscisse ad combinare le due cose sono quasi sicuro che si rispecchierà sul decoro e sulla dignità non solo delle persone.Resta di poter dare salute a tutti,nel mio caso sono vista denti e dolori di schiena che porto da anni senza curarmene,forse se mi veniva a trovare ogni tanto un medico,sarebbe stato il massimo.Ho moto sintetizzato,ma questo è come io me la vivo,e quello che risponderei se mi viene posto una domanda specifica.Spero di aver potuto contribuire.

sabato 30 agosto 2014

Cosa succede quando sei vittima di uno sgombero?

A Roma è partita una campagna repressiva nei confronti di chi non ha una casa e vive la giornata da senzatetto.Sono stati sgomberati i giacigli che si trovano lungo le rive del Tevere.Dopo l'azione del comune con dispiegamento di molti vigili,e camion della nettezza urbana,questi luoghi sono nuovamente occupati da persone emarginati.Il risultato che sarà costata non poco alla cittadinanza,è,che i senzatetto sono tornati la notte stessa con solo le cose che hanno potuto salvare dalla bonifica,e per la cittadinanza un risultato praticamente impercettibile.Leggo sui quotidiani che è stato offerta loro una sistemazione alternativa e che queste persone e hanno rifiutato(come ho fatto sempre anch'io),viene spontaneo di chiedersi perché hanno rifiutato?Io posso parlare della mia esperienza quando mi succedeva...al momento del arrivo dei vigili,spesso senza preavviso,ti viene detto che hai la possibilità di portarti via ciò che riesci a portare "a mano"il resto va al buttato,poi ti si presenta una persona dei servizi sociali e ti propone un posto in "Casa famiglia"(sempre se ci sono posti).Dunque in queste strutture è vietato avere cani che per chi vive in strada e praticamente indispensabile per la sicurezza notturna,ci sono orari d'entrata e uscita, se si parla di più persone tipo moglie e marito, il nucleo rischia di essere separato.Ci sono persone che sono da molti anni "parcheggiate"in questi siti,che si trovano spesso lontani dal posto dove uno si è creato dei rapporti sociali con le persone che ti vogliono aiutare con cibo e denaro.La sensazione che si ha è come scontare una pena in carcere.Voglio solo dire che questa alternativa è inaccettabile come punto di partenza per un re inserimento o recupero nella società.Manca il sostegno finanziario e l'indipendenza,la sensazione di stare a casa tua.Uno rifiuta anche perché la situazione e relazioni che ti sei creato nel tempo vanno persi per un percorso incerto,e si è sempre sotto"scacco"di venir espulso da questi centri.

sabato 2 agosto 2014

Il nuovo posto

Da due mesi ho cambiato posto,dopo anni di attesa per trovare un angolo adatto,ci sono finalmente riuscito,ho preso le mie cose e ho traslocato.Ora sono impegnato a fare in modo che il luogo diventi il mio paradiso.Il trasloco l'ho fatto tutto senza aiuto alcuno,e quello che non sono riuscito a portare l'ho "imboscato"in un posto dove ben sapevo che fosse abbastanza sicuro che in futuro lo ritrovo.Il posto "nuovo"è in pratica un areale che pieno di immondizia(i residenti buttano i sacchetti del immondizia dalla finestra)è tutto da rifare...mi aspetta un periodo impegnativo che affronterò pieno di ottimismo,e sicuro che se non ci sono attacchi dal comune o dalla polizia,questo può diventare una base dove iniziare un nuovo capitolo della storia da senzatetto.Ho lavorato molto,e sono riuscito a rimanere connesso ad internet per poter tenere aperto un canale comunicativo con il mondo.Ora che la situazione è diventata vivibile,stanno succedendo cose strane...i residenti hanno fatto una raccolta firma per poter fare in modo che questo posto diventi un parco giochi.Sono venuti poliziotti a controllare e non hanno potuto fare oltre che una verifica dei documenti,perché il terreno risulta privato.Vivo qui con un altra persona,che sono oltre 9 anni che occupa l'areale,e mi ha assicurato che una cosa del genere,persino quando ci stavano persone veramente al limite della sopportazione,non si è mai lamentato nessuno.Adesso invece che si inizia a vedere la bellezza del luogo e l'isola di calma che diventa,invece di dare supporto per fare si che si crei un clima di civile rispetto e convivenza,pare che si stanno muovendo le acque nella direzione contraria...Per ora sembra che possiamo stare tranquilli, quindi posso portare il resto delle mie cose qui,vasi di piante compresi.Ma cosa succede?...Tutto il resto delle mie cose sono state rimosse(da un "imbosco" che la nettezza urbana non ha MAI curato),tra l'altro i miei documenti le mie cose più preziose....

sabato 5 aprile 2014

La storia del intolleranza

Non so con chi confidarmi e cercare consigli su un fenomeno a cui sto andando incontro e mi sta togliendo il sonno,allora decido di dirle a queste righe.Mi tremano le mani mentre sto buttando giù questo testo.Ho sempre sperato di non incappare mai nello spettro dell'intolleranza basata sulla situazione sociale o stile di vita che si vuole prendere per fare esperienza di questa,ma purtroppo ora sembra che sia giunta l'ora per me di farla.Ultimamente mi trovo a combattere con una persona che secondo me mi ha "preso di mira",cercando in tutti i modi di trovare uno spunto per poter andare oltre....Ho deciso di raccontare questo perché mi trovo senza idee per poterla affrontare in un modo da permettermi di continuare questo viaggio sorprendente del esistenza,come esperienza,in cui si può decidere se prendere la decisione buona o cattiva che sia in modo libero,e credo che sia un diritto questo di ogni essere umano.La storia è questa:
Roberto ha un posto dove passa il suo tempo insieme al cane Brenda ed un piccolo computer a cui dedica gran parte della sua attenzione.Ogni tanto uno dei sventurati,disagiati,emarginati...,o persone a lui affezionate,lo va a trovare.Capita anche che qualcuno abbia un cane come lo ha Roberto.Un giorno lo va a trovare Beppe che ha 2 bei cani.Per festeggiare l'incontro Beppe e Roberto vanno al Bar a prendersi il caffè,nel mentre gli animali vanno in giro,e si concentrano sui sacchetti della spazzatura gettate sui marciapiedi.Roberto sapendo che aria tira in quel angolo,consiglia a Beppe di richiamare gli animali per evitare che qualcuno si potesse lamentare,nel frattempo ordina il caffè.Nel mentre di prendere la consegna della bevanda si sentono gridare voci aggressive rivolte a Beppe da una persona che transitava li,puntando ad un certo momento il dito su Roberto insinuando che costui è "un deficiente" perché sa che i cani non devono fare questo e perché non da attenzione del comportamento dei suoi amici tossici e sporchi.Roberto cresciuto ormai,"fa finta di niente" e la prende come una questione di maleducazione e ignoranza della persona,compatendolo per le sue vedute strette.Dopo questo battibecco tra Beppe ed il maleducato,il Beppe raccatta l'immondizia ed i cani e si ritirano al posto,cercando ugualmente di gustare il caffè.Il giorno seguente ancora una volta Roberto si accinge ad andare al Bar per prendere la colazione e iniziare così la giornata in modo gustosa.Ordinando dal bancone Roberto si sente chiamare in modo sproporzionatamente a voce alta,che decide di non reaggire alle chiamate e continuare a fare il "finto tonto"nella speranza che questo soggetto non cerchi di nuovo di rovinare la sua mattinata.Cosa succede allora?Il tipo gli si avvicina in modo minaccioso dicendogli:"Che fai ridi quando i tuoi amici fanno il casino?"fino ad arrivare all'offesa "non ti avvicinare che mi attacchi l'AIDS".Ora Roberto pensa che tutto questo possa essere il preludio di una sventura e ha deciso così di cancellare del tutto dalla sua vita questo tipo ignorandolo e non dandogli nessuna possibilità di lamentela,ma potrebbe non bastare.Il terzo incontro di questo tipo è avvenuto per una questione di vasi da fiori che Roberto ha ricevuto in regalo per poter metterli in modo d'abbellire l'angolo dove vive.Una persona che lo rispetta e che conosce da tempo,ci chiede il favore se può avere un paio di queste piante,per poterle mettere come allestimento per il negozio,a cui Roberto avrebbe acconsentito con piacere,purtroppo da non molto lontano si ri sente questa voce maleducata dire:"Che fai?? ce lo chiedi pure??".Bene questa la storia fino ad ora,senza rimarcare che al posto delle piante hanno lasciato il caos che naturalmente Roberto ha pulito.Io credo che Roberto abbia bisogno di una strategia per evitare di dare a questo la soddisfazione di "spaccarci la testa"o come insinua anche nel dare al fuoco.Con il carico dei suoi anni(quasi 50),non ha più la voglia di confrontarsi con questi atteggiamenti anacronistici,ma non riesce a trovare la ricetta per uscirne fuori.Una storia come tante altre che possono succedere se si è a vivere in strada.Spero che non succeda nulla a Roberto.