mercoledì 26 giugno 2013

Il Giaciglio


Il paradosso nel vivere senza fissa dimora e non aver il diritto di poter occupare con un giaciglio un angolo di strada.L'accanimento,le energie e denaro pubblico che viene destinato alle polizie locali e ai prefetti chiamati a privare un senza casa anche del suo ultimo rifuggio che può essere un cartone o un materazzo poggiato in una via.A questo punto viene da chiedersi quale possono essere le priorità di una città come Roma in cui lo stile di vita non viene affatto migliorato facendo la"caccia alle streghe"ai"barboni",che poi sono la testimonianza del fallimento e incapacità delle amministrazioni stesse.Chi scrive è figlio della citttà di Roma,che in una precedente vita si poteva definire un professionista medio-borghese,caduto in disgrazia,della qualele strutture predisposte nel dare assistenza e guida,se ne sono completamente dis-interessati.Il risultato è l'emarginazione dalla vita sociale e l'impossibilità di ri-crearsi una base di partenza,da cui provare a ri-costruirsi una vita.La realtà che si vive una volta emarginato è quella della legge del più furbo e/o più forte,la legge della giungla,in cui i deboli finiscono a chiedere soldi con in mano una boccia di vino.Roma ne è piena,complice il clima mite e la pseudo-assistenza da organizazzioni religiosi ed ONLUS,che aiutano a rimanere emarginati(vivono di questo).In questo contesto delirante si deve avere l'abilità di restare nelle regole delle leggi civili e penali,che a volte resta difficile rispettare,la fame e disperazione portano a comportamenti sconsinderati.Ci si trova abbandonati e soli,sono momenti in cui una reazione è vitale,o l'abbandono totale della dignità umana,per diventare bestia senza rispetto per se e per altri,è assicurato,e il rischio di soccombere moralmente e fisicamente,è alto.Quando cala la notte la preoccupazione diventa il giaciglio,questo benedetto giaciglio per cui qui a Roma secondo le cronache,si uccide,il giaciglio fatto di cartone,stracci o materassi consumati,il giaciglio che ti permette di riposare e farti sentire come gli altri,nel intimità delle coperte,il giaciglio la base da cui ri-partire.La conquista di un posto dove potersi ri-trovare e ri-posare diventa fondamentale e incontestabile.

3 commenti:

  1. "le case vuote puzzano di marcio e di sconfitta"

    http://www.youtube.com/watch?v=mK2ScqHmEnw

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  2. Molto interessante quello che scrivi. Mi permetto di darle del tu. Ho letto anche un articolo su di te e la tua vita sulla Repubblica.it. A me mi puoi trovare su www.ilgorgon.blogspot.com. Sono anni che dico anch'io che non c'è protezione per chi è più debole. Anzi, una società fatta di troppe regole per i più forti, non ti permette nemmeno di sopravvivere se sei troppo debole. C'è invece la pretesa di emarginarti sempre di più, di umiliarti, di farti una carità senza dignità, fino a lasciarci le penne. Spero che trovi una soluzione. In questo momento non posso aiutarti, ma so che la strada dà tanta forza per reagire. Un caro saluto, Antonio Brindisi

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  3. Dammi del tu certo,hai centrato pienamente e come noi ci sono arrivati in molti a queste conclusioni,sento odore di cambiamento e ne voglio essere protagonista.amo troppo sto paese,e faccio la mia parte.Ciao Antonio a presto

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